La menopausa

La menopausa è un evento naturale della vita di ogni donna. La maggior parte delle donne italiane (come risulta da interviste realizzate in due indagini effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità) ritiene che sia una delle tappe evolutive della vita e, pur creando a volte disturbi e malessere, non sia una malattia e non debba essere trattata come tale.

Di solito, la menopausa si presenta tra i 45 e i 55 anni di età quando le ovaie smettono di produrre gli ormoni sessuali (estrogeni e progesterone) e il ciclo mestruale, insieme alla fertilità, termina in modo definitivo. Una minoranza di donne, circa l’8-10%, entra in menopausa prima dei 45 anni per diverse cause legate a disfunzioni dell’attività ovarica, malattie o particolari cure mediche. Questa condizione, naturale o indotta, è nota come menopausa precoce. In alcuni casi, il medico potrebbe valutare insieme alla donna che ne è stata colpita l’opportunità di una cura.

Si parla di menopausa solo quando l’assenza di mestruazioni continua per almeno 12 mesi consecutivi. La scomparsa del ciclo è, infatti, quasi sempre preceduta da un periodo di irregolarità mestruale, variabile da persona a persona, che può durare alcuni mesi, o anni, a volte in associazione ad altri sintomi tipici della menopausa.

cura dei disturbi della menopausa: i sintomi

Molte donne iniziano ad avvertire i disturbi (sintomi) della menopausa, prima che si arresti definitivamente il ciclo mestruale. Questo periodo è conosciuto come pre-menopausa o peri-menopausa. Di solito, il primo segnale consiste nell’irregolarità mestruale, il flusso può modificarsi diventando più o meno abbondante e più o meno frequente. 

Nonostante la comparsa di irregolarità mestruali, in questo periodo è ancora possibile, seppur improbabile, rimanere incinta per cui, in caso di sospetto, è bene eseguire un test di gravidanza.

Insieme all’irregolarità del ciclo possono comparire anche altri disturbi (sintomi), correlati con certezza alla diminuita produzione di estrogeni, che possono persistere per anni anche dopo l’arresto definitivo del ciclo mestruale. Essi includono:

vampate di calore, eccessiva sudorazione, improvvisi arrossamenti del viso
risvegli notturni a causa delle sudorazioni
fastidi ai genitali come prurito, senso di secchezza vaginale e fastidio o dolore durante i rapporti sessuali
infezioni ricorrenti del tratto urinario (cistiti)

Altri disturbi che possono comparire ma non hanno un nesso causale accertato con la diminuita produzione di estrogeni sono:

sbalzi di umore, irritabilità, depressione, ansia
calo della soddisfazione sessuale
calo della memoria
dolori muscolari, mal di schiena, senso di stanchezza

Occorre, inoltre, ricordare che in menopausa il metabolismo rallenta spontaneamente ed è più facile aumentare di peso a parità di calorie consumate e di attività fisica svolta. Si verifica anche un aumento del rischio di comparsa di alcune condizioni, tra cui:

malattie cardiache e vascolari, quando i livelli di estrogeni diminuiscono aumenta il rischio di essere colpiti da malattie cardiovascolari. Poiché costituiscono la principale causa di morte, nelle donne e negli uomini, è importante prevenirle praticando un esercizio fisico regolare, seguendo una dieta sana e mantenendo costante il peso corporeo

osteoporosi, in menopausa le ossa sono più fragili a causa della diminuzione del calcio, che inizia fisiologicamente dopo i 30 anni di età, e della perdita dell’effetto protettivo degli estrogeni sulla quantità di sali minerali presenti nell’osso. Ciò porta ad un aumento del rischio di fratture, in particolare di polsi e colonna vertebrale. È bene, quindi, porre particolare attenzione alla prevenzione delle cadute, rafforzare la muscolatura con un adeguato esercizio fisico e seguire un’alimentazione sana e ricca di calcio e vitamina D

incontinenza urinaria, consiste nella fuoriuscita involontaria di urina (incontinenza da urgenza) o nella sua perdita in seguito a sforzi (tosse, risate o sollevamento, incontinenza da stress) causata dalla diminuzione di elasticità dei tessuti della vagina e dell’uretra. Il rafforzamento, con esercizi adeguati, dei muscoli della zona che si trova tra la vagina e l’ano (pavimento pelvico) e l’utilizzo di estrogeni per via vaginale possono aiutare ad alleviare i sintomi di incontinenza

sovrappeso, molte donne aumentano di peso durante o dopo la menopausa a causa del rallentamento del metabolismo. Mangiare meno e fare più esercizio fisico può aiutare a evitare il sovrappeso.

L’andropausa

Si definisce andropausa quella sindrome causata dal calo del testosterone nel soggetto, ormone che normalmente tende a diminuire con l’età a partire dai 40 anni.

La diminuzione della testosteronemia si osserva in circa il 7% dei soggetti di età compresa tra 40 e 60 anni, e può arrivare al 35% dei soggetti di età superiore agli 80 anni. Il basso livello di testosterone ematico si ripercuote negativamente sulla funzionalità del tessuto erettile periferico (con ridotta produzione di nitrossido e quindi ridotto rilassamento del tessuto erettile), sull’apparato scheletrico e muscolare.

Il calo del testosterone nel soggetto è spesso associato ad un quadro ematico di dislipidemia ed alla progressione dell’aterosclerosi, spesso infatti nel soggetto con coronaropatia ed arteriopatia periferica è presente un basso livello ormonale di testosterone.

Esiste inoltre una correlazione inversa tra i livelli ematici di testosterone e grado di aterosclerosi coronarica e ciò è legato al rilassamento della parete vascolare indotta da elevati livelli di testosterone.

cura dei disturbi dell’andropausa: i sintomi

I sintomi in genere sono rappresentati da: riduzione della libido, disfunzione erettile, disturbi eiaculatori, astenia, sonnolenza o insonnia, depressione, irritabilità.
Oltre al calo ormonale spesso è presente una riduzione della massa e della forza muscolare, difficoltà nella concentrazione, riduzione della memoria, riduzione della massa ossea (con aumentata incidenza di fratture da osteoporosi), ed aumento del grasso nella porzione centrale e superiore del corpo.

Per risultati terapeutici ottimali è bene:

– Effettuare la terapia per almeno 3 mesi.

– Evitare Dr Google! Le informazioni sono spesso contrastanti, imprecise e generano  confusione nella mente dei pazienti. La tendenza a “cercare in rete” può generare preoccupazioni inutili, false certezze, pericolose autodiagnosi e ancora più temibili autoterapie.

– Comprendere che ciascuno di noi è l’artefice principale della sua salute e della guarigione.  

Maria Corgna

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