Pnei e Acqua: l’importanza per la nostra salute

Lo stile di vita, i fattori ambientali e il corredo genetico sono gli elementi principali che intervengono nel determinare la qualità della nostra salute e la velocità con cui il nostro corpo invecchia.

Nel processo di infiammazione e di invecchiamento entrano in gioco numerosi meccanismi che interagiscono simultaneamente e determinano una progressiva riduzione dell’efficacia di varie funzioni fisiologiche nell’organismo.

Con il passare degli anni, il carico antigenico cronico – che può essere considerato come uno stress a cui si è esposti per tutta la durata della vita – diventa responsabile dell’immunosenescenza e dello sviluppo di una condizione cronica di infiammazione, il vero killer silenzioso della nostra epoca.

Questo è il terreno di approfondimento della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia), il nuovo paradigma scientifico “olistico” della medicina moderna.

La PNEI ha come fulcro lo studio dei sistemi dello stress e delle conseguenze della loro iper-attivazione. Bruce McEwen (grande ricercatore in tema di stress) ci ricorda che questo termine, in origine, era considerato una risposta dell’organismo a sollecitazioni di vario tipo. Il nostro corpo è programmato per consentirci di rispondere ai cambiamenti che si verificano nell’ambiente e alle sfide che, ogni giorno, dobbiamo affrontare.

In una valle ad alta quota nel nord del Pakistan vive una popolazione (Hunza) particolarmente longeva. All’inizio del secolo scorso il dr. Henri Coandă, premio Nobel e padre della dinamica dei fluidi, studiò l’acqua degli Hunza. Studi successivi del dr. Flanagan evidenziarono un elevato ph alcalino e una straordinaria quantità di idrogeno attivo con forte potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali.

Un’importante garanzia di salute è data dalla qualità dell’acqua che beviamo. Cosa fare? 

L’osmosi inversa consente di “depurare” l’acqua dai diversi inquinanti, modulare la durezza (data dalla quantità di sali di calcio e di magnesio contenuti nell’acqua) e il residuo fisso. Riteniamo ottimale un residuo fisso intorno ai 100 mg/dl.

L’acqua così ottenuta si presta ad essere ulteriormente trattata mediante il processo di ionizzazione che la rende alcalina e antiossidante.

L’acqua ionizzata è acqua potabile trattata che viene trasformata in acqua alcalina-antiossidante, ricca di minerali alcalinizzanti altamente biodisponibili e di ossigeno (in forma OH-).

Nella mia esperienza consiglio di bere acqua a pH superiore a 8.5 lontano dai pasti come una vera e propria terapia alcalinizzante mentre riteniamo idonea l’acqua depurata ad osmosi inversa e/o acqua a pH 7-7.5 per usi gastronomici e per il consumo a tavola.

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