Morbo di Basedow: quando la malattia della tiroide colpisce gli occhi

L’ipertiroidismo talvolta si “legge negli occhi”: rigonfi al punto da non riuscire a chiudere le palpebre, nemmeno di notte.

A ritrovarsi in questa descrizione, sono le persone colpite da una delle complicanze del morbo di Basedow-Graves: la forma più comune di ipertiroidismo  che può provocare manifestazioni a distanza dalla sede della ghiandola. I loro occhi possono apparire più fissi e ingranditi, alterando in maniera significativa l’espressione del volto. Nel tempo si può anche arrivare alla progressiva perdita della visione laterale. L’orbitopatia basedowiana – questo il nome dato alle manifestazioni oculari del morbo di Basedow – può manifestarsi inoltre con un aumento della lacrimazione.

Stiamo parlando di un problema che interessa un paziente su quattro tra coloro che sono affetti dal morbo di Basedow-Graves. La mancata (o incompleta) chiusura degli occhi determina secchezza oculare e può favorire anche l’insorgenza di infezioni della cornea.

La complicanza riguarda soprattutto le donne.

La manifestazione oculare della malattia è causata da una iperattività  della tiroide, stimolata oltremodo dagli anticorpi a produrre ormoni (T3 e T4). Una delle conseguenze è data dall’alterazione infiammatoria dei tessuti orbitari: muscoli e grasso. Questi, aumentando di volume, spingono all’esterno il bulbo oculare.

La terapia endocrinologica Pnei, individualizzata e ove possibile a base di medicine naturali e prive di effetti collaterali, consente il riequilibrio della funzione tiroidea in una percentuale molto alta di soggetti e riporta gradualmente la funzione tiroidea alla norma.