Tiroide pigra e longevità

TIROIDE PIGRA E LONGEVITA?

FORSE E’ IL SEGRETO PER VIVERE 100 ANNI.

STUDIO USA INVITA A RIVEDERE USO PILLOLE ANTI-IPOTIROIDISMO NEGLI ANZIANI

Se passati i 60 anni la tiroide funziona a rilento, niente paura: potrebbe essere un buon segno, la ‘spia’ di un destino da centenari. Una ridotta attività della ghiandola localizzata alla base del collo è forse uno degli elementi che fanno la differenza tra gli uomini ‘elefante’, candidati a una lunga vita grazie a un metabolismo pigro, e quelli che invece, come il topo, sono metabolicamente più performanti ma svantaggiati in termini di longevità. A rivelarlo è uno studio americano presentato al meeting 2009 della Endocrine Society.

Martin Surks e colleghi, del Montefiore Medical Center e dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, hanno esaminato centinaia di anziani arrivati a spegnere le 100 candeline, scoprendo che le persone con una ridotta attività tiroidea rientravano più facilmente in questo gruppo di ‘super nonni’. In particolare, spiega Surks, “abbiamo studiato numerosi ebrei Ashkenazi eccezionalmente longevi”. Per la precisione ne hanno analizzati 200, insieme a 400 dei loro figli, scoprendo due mutazioni genetiche collegate alla tiroide pigra ma anche alla veneranda età raggiunta. E poiché l’ipotiroidismo è una delle condizioni patologiche più trattate negli Stati Uniti, ora gli esperti d’Oltreoceano si interrogano se non sia il caso di rivedere le modalità d’uso dei farmaci specifici. Almeno nei pazienti anziani.

L’attività della tiroide, ricordano i ricercatori, si misura dosando i livelli di un ormone chiamato TSH e che ha la funzione di stimolare l’attività della ghiandola: quantità elevate sono segno di ipotiroidismo, quantità ridotte di ipertiroidismo. Il team statunitense ha osservato che il 15-20% degli over 60 esaminati presentava livelli di TSH segno di una ridotta attività tiroidea: un un elemento che, sono convinti gli scienziati, indica come queste persone siano candidate a una vita longeva. “Stimiamo che il 70% delle persone anziane che presentano livelli di TSH minimamente elevati, e che oggi vengono considerati e trattati come ipotiroidei – dice Surks – in realtà abbiano quantità di ormone entro i limiti adeguati alla loro fascia d’età”. Insomma, conclude: “Se sei un anziano con alti livelli di TSH, forse sei destinato a diventare centenario”. E’ giusto curarsi per questo?

La terapia Pneisystem è l’unica ad essere fortemente individualizzata in quanto cura il paziente nella sua totalità e riequilibra globalmente l’assetto endocrino evitando quindi di ricorrere a terapia sostitutiva nei casi in cui quest’ultima non sia necessaria e/ o  indicata.